* Il nonno materno di Giuseppe Garibaldi è nato a Cogoleto *
 

 

Piazza Matteo Raimondi

  Casella di testo: Il nipote
Giuseppe Garibaldi
Casella di testo: personaggi
 

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Matteo Raimondi

 

Si era nel periodo aureo del commercio cogoletese. I "leudi" facevano continua spola fra i porti delle due Riviere, trasportando il tipico prodotto locale: la calce. Ad ogni vela che compariva all'orizzonte un'altra salpava dal lido e la vita del paese, dura esistenza di piccolo porto, scorreva così tra vele e calce, tra le gelide raffiche di tramontana e le calme esasperanti dell'estate afosa, quando il "leudo" pigro e pesante veniva spinto a forza di remi alla ricerca della brezza che gli permettesse di rimettersi in rotta verso la meta. Ed anche i giovani vivevano questa vita magra e stentata. La vivevano con rassegnata passione; non avevano altra via. O imbarcarsi verso le terre d'oltre oceano o dare tutta l'esuberanza degli anni migliori alle fatiche delle cave e delle fornaci, oppure

 

 

La figlia

Rosa Raimondi

 

La targa alla figlia

a Loano

 

Lo scoglio dello

Sbarco dei Mille

 

La targa dello

Sbarco dei Mille

 

alternare questo faticoso e mal retribuito lavoro con qualche viaggio a bordo del " Santa maria" del "Pelassin" o della "Marianna" trasportando calce a Noli, Genova, Loano, ecc. E Matteo Raimondi era tra questi ultimi. A lui non garbava troppo la vita del "furnaxin", ma piaceva assai più intendersela col mare. Altra vita era quella. I velieri nostrani non concedevano all'equipaggio troppe comodità, ma i viaggi erano brevi e ad ogni approdo si trovavano sempre quelle simpatiche e caratteristiche osterie di porto che offrivano certe abbondanti porzioni di trenette al pesto innaffiate con quel vinello bianco delle nostre colline; il tutto completato dalle grazie di qualche bella figliola, il che valeva a ricompensare le fatiche della navigazione. Il navigante ripagava con quelle promesse rese famose in tutti i porti di tutti i mari con il detto quanto mai saggio nella sua spregiudicatezza: "le promesse del marinaio". Ma questo detto il nostro Matteo volle e seppe smentirlo a Loano, e ne aveva ben donde. La Maddalena Conti era infatti una delle più avvenenti figliole della vecchia cittadina da tutti ribattezzata con un eloquente soprannome:"A bella Manin". E Matteo Raimondi tra un viaggio e l'altro, tra un arrivo e una partenza, promise.  Promise che lui, marinaio di Cogoleto, quando dava una parola la sapeva mantenere. E infatti mantenne. Una limpida mattinata di Settembre un "leudo" si presenta davanti al lido di Loano. A terra, un gruppo di persone attende il piccolo veliero; sono gente di Loano. Sono pescatori, artigiani che oggi hanno abbandonato le loro barche ed i loro attrezzi, hanno indossato il vestito da festa. Sono i parenti e la amiche della Manin, accorsi a ricevere lo sposo viene a tener fede alla parola data, conducendo all'altare questa bella figlia di Loano.  mentre si compie il rito nuziale, Matteo Raimondi, inginocchiato innanzi all'altare maggiore di sant'Agostino con a fianco la sposa, pensa. pensa alla nuova vita che sta per iniziare, pensa al paese natio che abbandona, pensa alle fornaci fumanti, al "leudi", ma non pensa, non può pensare, che con quel rito nuziale il Destino scriveva la prima parola di un grande evento. Quel Destino che già una volta si era compiaciuto di scegliere nelle nostre terre l'Uomo che scoprì il Nuovo Mondo, voleva ancora una volta onorare Cogoleto cogliendo dal nostro ceppo il virgulto di quell'albero genealogico dal quale doveva discendere colui che la storia rese immortale come l'Eroe dei Due Mondi. Infatti, da quel matrimonio, nacque il 26 gennaio 1776 Rosa Raimondi che fu la madre adorata di Giuseppe Garibaldi.

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