Pio Lacito

Nino Baglietto

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Nino Baglietto

Nino Baglietto, pur non essendo nato a Cogoleto, è degno di essere ricordato a fianco dei più noti nomi cogoletesi; innanzi tutto perché egli, con atto generoso ed illuminato, volle legare la sua memoria ad un'opera che tanto fa bene ai vecchidel nostro paese: il Pio Lacito Nino Baglietto e, secondariamente, per il fatto che la personalità "du sciu Bagetti" è inserita quale figura di primo piano in un lungo periodo della vita cogoletese. Nino Baglietto nacque a Genova nel 1828. sin dai primi anni della sua gioventù si dimostrò spirito irrequieto e tutt'alto che disposto alla vita relativamente tranquilla della Genova ottocentesca. Infatti vediamo il Baglietto fare frequenti viaggi all'estero specialmente in Inghilterra dove lo attraevano la passione per la caccia e l'ippica.

Il Cottage di

Villa Beuca

Nino Baglietto

con degli amici

Il padiglione della caccia

a Villa Beuca

Nino Baglietto

con degli ospiti

Nel 1862, durante una partita di caccia nella nostra zona, si entusiasmò dei nostri monti e del nostro mare e decise di erigere a Cogoleto la sua stabile dimora. In un primo tempo abitò allo "Scoglio" presso i Marchesi Durazzo e poi scelse la località "Beuca" per costruirvi quella che poi doveva diventare una delle più belle e caratteristiche ville di Cogoleto. Beuca era allora una zona quasi completamente boschiva e Nino Baglietto la trasformò in breve tempo in una amena e pittoresca località campestre. Un piccolo esercito di operai diretti personalmente da lui misero mano alla costruzione della casa padronale contornata da altri edifici con sale da gioco, scuderia ed altro. Parco, viali, laghetti sorsero come d'incanto e il genio originale del Baglietto metteva alla luce il suo estro, riproducendo con accurata esattezza tutte le caratteristiche di quei tipici "cottage" che adornano le campagne inglesi. I rapporti tra Baglietto e la popolazione cogoletese non erano tra i più cordiali rispecchiando i sistemi poco democratici dell'epoca feudale di allora. Il popolo considerava il signore del Beuca come una specie di Don Rodrigo e, quando questo scendeva in paese in cavallo o in carrozza, la povera gente preferiva rifugiarsi in casa per non disturbare il passaggio del Baglietto. Tuttavia, malgrado il carattere irascibile, rispondeva cordialmente a chi lo salutava ed era generoso verso i poveri. Spesso organizzava lauti banchetti ai quali, oltre che alle autorità e personalità locali, intervenivano eminenti figure come ministri, ufficiali ed aristocratici. per quante volte sollecitato, non volle mai ricoprire cariche civili preferendo spassarsela all'aria aperta della sua località che non impelagarsi in quel mare di seccature che sono state le amministrazioni pubbliche. fra le stranezze del suo carattere è bello ricordare che, mentre dimostrava una forte avversione alle pratiche religiose, nutriva una profonda fede per la Madonna. In Beuca si notava infatti un'artistica nicchia di Maria e una lampada ardeva continuamente davanti a quell'immagine, alla quale ogni volta che passava poneva un profondo saluto. Comunque riteniamo utile che questo nome tanto discusso dai nostri padri venga scritto a titolo di merito nella storia cogoletese perché, prina di chiudere cristianamente la sua vita terrena il 21 giugno 1918 all'età di novant'anni, ebbe Nino Baglietto la nobile idea di disporre affinché i suoi beni andassero a favore dei cogoletesi meno abbienti. E così sorse il "Pio Lacito Nino Baglietto", il quale per merito delle lodevoli persone succedutesi nell'amministrazione dell'Opera, in questi ultimi tempi ha compiuto notevoli progressi, estendendo la propria attività in altri settori ricettivi in modo da garantire una più sicura situazione finanziaria dell'Ente che attualmente ospita un discreto numero di persone di ambo i sessi le quali, con la loro tranquilla esistenza, rappresentano la più bella conferma dello spirito nobile, umano e cristiano di Nino Baglietto.

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